Trattamento Locoregionale, “Nuovo metodo integrato” per la cura delle lesioni ulcerative croniche e salvataggio degli arti inferiori

Cura di una voluminosa e profonda lesione ulcerativa plantare SX

Pz.te di 62 anni portatore di voluminosa e profonda lesione ulcerativa plantare SX in Pz.te con occlusione estesa della a. femorale superficiale SX, diabete mellito e frattura spontanea scomposta del tallone (A).
Sottoposto ad intervento chirurgico  di osteosintesi calcaneare, viene confezionata una finestra sul gesso applicato, al fine di poter procedere alla terapia rigenerativa sui tessuti della ferita (B).
La terapia applicata ha contemplato: Metodo Integrato (terapia con membrane collageniche + antibiotico terapia locale con catetere) più terapia vasoattiva locoregionale.
C-D rispettivamente al 5° e 7° mese ti terapia);
E, al 11° mese di trattamento;
F al 14° mese;
G, a completa chiusura della lesione, ottenuta al 16° mese di terapia.     

Cura di ulcera da decubito protesico e infetta

A). Ulcera da decubito protesico e infetta, su moncone di amputazione in Pz.te di 50 anni amputato all’età di 17, a seguito di incidente stradale. 
La terapia applicata ha contemplato: Metodo Integrato (terapia con membrane collageniche + antibiotico terapia locale con catetere, B).
Dopo 36 giorni di  trattamento C). a 75 giorni di trattamento D). completa guarigione al 3° mese di trattamento E). 

Cura di necrosi ischemica IV° dito piede SX

A, necrosi ischemica IV° dito piede SX in Pz.te con AOCP arti inferiori e diabete mellito con quadro di ischemia critica piede SX.
La terapia applicata ha contemplato: terapia vasoattiva locoregionale (B) e terapia rigenerativa con fattori di crescita, per una durata complessiva, fino alla guarigione completa del IV dito, di 143 giorni (C, D). 

Cura di Lesione necrotica I° dito piede SX in paziente con arteriopatia ostruttiva cronica degli arti inferiori e diabete mellito

S.E. 78 anni. Pz.te con ischemia critica arto inferiore SX, già amputato di coscia a DX.
A1, A2, B1 al momento della prima osservazione: necrosi a carico del I° dito e ulcera cutanea sulla faccia laterale di gamba al suo terzo inferiore.
B2: dopo debridement ad ultrasuoni con Genera Ultrasonic.
A3, B3: al 2° mese di cura dopo 4 trattamenti vasoattivi locoregionali e 2 di angiogenesi terapeutica. A4, B4: al 3° mese e mezzo di cura: fase di avanzata guarigione a carico del primo dito e dell’ulcera cutanea. A5, B5: completa guarigione al 5° mese e mezzo.

Cancrena in fase evolutiva del piede SX

Pz.te di 82 anni. Cancrena in fase evolutiva del piede SX in Pz.te con AOCP arti inferiori, a rischio di amputazione d’arto, A: regione dorsale piede; B: regione plantare.
C e D: avvenuta demarcazione delle lesioni dopo 3 trattamenti vasoattivi locoregionali  con arresto del progredire della gangrena, significativo recupero del trofismo del dorso del piede, notevole miglioramento del I° dito rappresentato dal limitarsi della necrosi alla regione plantare della falange distale e scomparsa del dolore ischemico. Con il proseguimento dei trattamenti vasoattivi locoregionali recupero della falange distale del I° dito, definitivo recupero del dorso del piede non più in stato di ischemia critica e disarticolazione del II°, III°, IV°dito e falange distale del V°: E, F, G. Proseguimento della terapia locoregionale vasoattiva e rigenerativa con fattori di crescita e graduale chiusura della ferita, in  H e I, fino alla sua completa chiusura, L, dopo 9 mesi dall’inizio della terapia.

Pz.te sottoposta a trapianto renale, presenta nel post operatorio complicanza settica accompagnata da embolizzazione alle dita del piede SX

Per l’esito in necrosi delle dita e stato di sofferenza dell’avampiede viene posta, altrove, indicazione di amputazione dell’avampiede. Giunta alla mia osservazione, la Pzte chiese se era possibile limitare l’estensione dell’amputazione alle sole dita. Verificate le condizioni favorevoli, rappresentate da una pervietà del circolo plantare e dopo aver raggiunto una netta demarcazioni delle lesioni (A1 e A2) ( ———- livello di amputazione proposto altrove) si è proceduto a disarticolazione di solo 4 dita. Esito postoperatorio B. Si è quindi proceduto alla rigenerazione dei tessuti con metodo integrato C, D, E con rapida e completa risoluzione al 35 giorno, F. 

Cura ulcera infetta in sede calcaneare ed esposizione del tendine di Achille

Pz.te di 68 anni giunge all’osservazione con quadro di ulcera infetta in sede calcaneare ed esposizione del tendine di Achille arto SX. 15 giorni prima, il Pz.te era stato sottoposto altrove a revisione della ferita, tenoraffia e scarificazioni del tendine d’Achille in esiti di deiscenza della ferita dopo pregressi e ripetuti analoghi interventi. L’ulcera calcaneare mi si presentava con marcata infiammazione perilesionale, con margini rilevati e sottominati, con N° 3 punti di sutura non rimossi; il fondo ulcerativo presentava materiale colliquato infetto ed abbondante fibrina che avvolgeva e infiltrava il tendine di Achille (A); ad esame Eco-Color Doppler è risultata una insufficienza venosa cronica non rilevata precedentemente. Dopo disinfezione, antibiotico, terapia locale e rimozione dei 3 punti di sutura (B). A 30 giorni di trattamento con metodo integrato con marcata detersione della ferita e netta riduzione dello stato infiammatorio. D, E, F fasi della guarigione.

Cura di estesa ulcera cronica in sede malleolare interna

Pz.te di 59 anni con estesa ulcera cronica in sede malleolare interna secondaria a insufficienza venosa cronica arto inferiore SX,
A, B, C: fasi del debridement chirurgico della lesione
Il trattamento è consistito: debridement della lesione, terapia con membrane collageniche, terapia antibiotica locoregionale con catetere ( Metodo Integrato) e bendaggio elastocompressivo all’ossido di zinco.
D.  dopo 15 giorni dal debridement.
E. al 70° giorno dall’inizio della terapia
F. all’84° giorno
G. al 114°
H. completa guarigione al 159°giorno di terapia; 10 giorni prima, la Pz.te era stata sottoposta ad intervento di safenectomia magna SX al fine di rimuovere la causa di insorgenza dell’ulcera ed evitare recidive della stessa.

Pz.te trapiantata di rene e pancreas e relativa cancrena

Pz.te di 51 anni trapiantata di rene e pancreas, portatrice di arteriopatia ostruttiva aterosclerotica agli arti inferiori con  cancrena del I°, II°, III° e IV° dito piede SX, necrosi della falange distale del V° dito e quadro di ischemia critica del piede in evoluzione peggiorativa alla base delle dita e sul dorso del piede (A frecce) non sottoponibile ad interventi di rivascolarizzazione per estesa occlusione dell’asse femoro-popliteo e intense calcificazioni parietali.
Viene quindi sottoposta a trattamento vasoattivo locoregionale e dopo 3 settimane la Pz.te riferisce scomparsa del dolore a riposo.
Dopo 2 mesi di trattamento le aree di sofferenza tessutale alla base delle dita regrediscono, con rigenerazione dei tessuti,  ottima demarcazione delle lesioni e caduta della necrosi parcellare della falange distale del V dito (B frecce). Viene quindi sottoposta a disarticolazione delle 4 dita necrotiche (C) con proseguimento della terapia vasoattiva locoregionale e con fattori di crescita associata a terapia con membrane al collageno e antibiotico terapia locale (Metodo Integrato) D, E, F. Dopo 6 mesi  dall’inizio della cura (G); guarigione al 7° mese (H).

Arteriopatia ostruttiva cronica arti inferiori e diabete mellito

Pz.te di 72 anni portatore di arteriopatia ostruttiva cronica arti inferiori e diabete mellito con lesioni ulcerative infette in sede calcaneare (A), plantare (B), e sul malleolo laterale del piede SX (C). Sottoposto a trattamento vasoattivo locoregionale e a metodo integrato il Pz.te giunge a guarigione completa (D, E, F) al 4° mese di trattamento.

Sindrome post trombotica arto inferiore

Pz.te di 67 anni con sindrome post trombotica arto inferiore SX, portatrice di estesa ulcera flebostatica infetta (A) con forte componente infiammatoria. Sottoposta a cura con Metodo Integrato e bendaggio elastocompressivo all’ossido di Zinco, dopo 20 giorni di cura (B) riferisce scomparsa dell’intenso dolore con netta riduzione dell’estensione della lesione e  significativa riduzione dello stato infiammatorio perilesionale. B e C rispettivamente  al 3° e al 4° mese di trattamento. Giunge a guarigione della lesione al 160° giorno di terapia (D).  

Estese ulcere flebostatiche infette a manicotto agli arti inferiori

Pz.te di 80 anni con estese ulcere flebostatiche infette a manicotto agli arti inferiori (A). Sottoposta a trattamento con Metodo Integrato e gambaletti all’ossido di zinco lieve riduzione in estensione lesioni in B a 25 giorni dall’inizio della terapia. Buona detersione e riduzione in estensione delle lesioni a 45 giorni in C. Al 4° mese di terapia in D; al 6° mese in E. Completa risoluzione delle ulcere cutanee alle gambe in F a 205 giorni dall’inizio della terapia.

Pz.te obesa (130 Kg.) con estesa ulcera cutanea alla gamba

Pz.te di 54 anni, obesa (130 Kg.), con estesa ulcera cutanea alla gamba DX su base flebostatica, A. Sottoposta a cura con Metodo Integrato e bendaggio elastocompressivo all’ossido di Zinco, dopo 20 giorni di cura, B. A 60 giorni C; a 95 giorni D; a 120 giorni E; completa guarigione dell’ulcera al 162 giorno, F.

Ulcera cutanea infetta su base flebostatica

Pz.te di 64 anni, portatrice di ulcera cutanea infetta su base flebostatica, in sede malleolare interna, gamba DX, A, datante da 5 anni e in terapia antibiotica continua nell’ultimo anno. Sottoposta altrove a ripetute colture batteriche con antibiogramma risultate sempre positive, ha assunto, nell’ultimo anno 10 tipologie di antibiotici diversi somministrati, senza successo, per via orale e per via iniettiva assistendo a continuo cambiamento dei germi patogeni isolati. E stata sottoposta altrove anche a 4 interventi di cui 1 di safenectomia magna, 1 di safenectomia parva, e N° 2 interventi di legatura di comunicanti insufficienti. Alla personale valutazione è apparso necessario quindi di modificare radicalmente, come attuato in molti altri casi simili, la modalità di affrontare il problema dell’infezione dell’ulcera. Si è quindi proceduto a sottoporre la Pz.te a trattamento con Metodo Integrato e quindi con l’uso di catetere in loco (freccia) per infondere ogni 12 ore l’ulcera con antibiotico specifico, con la finalità di raggiungere alte concentrazioni di antibiotico in sede non ottenibili altrimenti. Al 18° giorno di somministrazione locale di antibiotico l’esame colturale dell’ulcera ha mostrato la regressione dell’infezione con l’avvio a una graduale ma decisa rigenerazione dei tessuti, B. Dopo un mese e mezzo dall’inizio del trattamento, C. Dopo 4 mesi, D. Al 6° mese, E. Guarigione dell’ulcera cutanea al 252 giorno di trattamento, F

Cura di ulcere all’arto inferiore

Pz.te di 79 anni, con ulcere all’arto inferiore DX insorte nel settembre 2017, a etiologia indefinita e trattata altrove per 3 volte con innesti autologhi e terapia antibiotica sistemica senza successo. Patologie associate: artrite reumatoide, diagnosticata 13 anni prima. Il 14.11.2018 la Pz.te giunge alla mia osservazione con parametri clinici riferibili a Ulcere  Infette a carico del terzo medio di gamba DX, faccia anteriore; marcato stato infiammatorio periulcerativo; margini ulceratici sottominati; discreto deposito fibrinoso.  Ad esami Eco-Color-Doppler precedentemente eseguiti non sono risultati parametri devianti dalla norma mentre al nuovo accertamento è risultato: assenza di insufficienza venosa a carico della grande e piccola safena e suoi rami ma presenza di modeste ma diffuse lacune venose configuranti insufficienza venosa cronica del microcircolo. Trattata con metodo integrato e bendaggio elasto-compressivo all’ossido di zinco in 110 giorni  è giunta alla guarigione.     

Ulcera su base ischemica con marcato deposito fibrinoso e estese aree necrotiche

Pz.te di 78 anni, portatrice di ulcera su base ischemica della faccia anteriore e laterale di gamba SX con marcato deposito fibrinoso e estese aree necrotiche, A. Sottoposta a trattamento vasoattivo locoregionale e a metodo integrato si rileva, dopo 30 giorni dall’inizio della terapia, B, ottima detersione della lesione con esposizione del tendine tibiale anteriore B1 e peroneo lungo B2. Al  3° mese di terapia, C, con discreta copertura dei tendini da parte del tessuto di granulazione e riduzione profondità della lesione. In D al 5° mese di terapia con riduzione considerevole della estensione della lesione. in E al 7° mese; in F all’8°mese. Guarigione completa dell’ulcera cutanea al 280° giorno dall’inizio della terapia, G.
Maggio 2018 prime foto
A luglio 2018
C settembre
D nov dic 2018
Febbraio 2019 chiusa

Vasta e profonda ulcera cutanea  infetta con esposizione tendinea secondaria a capillarite necrotizzante

Pz.te di anni 56. Vasta e profonda ulcera cutanea infetta a carico della faccia anteriore di gamba DX con esposizione tendinea secondaria a capillarite necrotizzante da vasculite granulocitaria in Pz.te con crioglobulinemia. A1, A2: al momento della prima osservazione. B: al 40° giorno dopo debridement ed applicazione di 2 membrane di GENIX IT con presenza di orletto periferico di rigenerazione epidermica . C: completa rigenerazione dermica al 2° mese con impiego di GENIX IT. D: fase di avanzata riepitelizzazione al 4° mese di trattamento, dopo applicazioni di GENIX EGI sui bordi della lesione distanziate di 15 giorni. E: fase prossima alla guarigione. F: Completa riepitelizzazione della lesione al 6° mese di trattamento.

Ulcera secondaria a capillarite necrotizzante in sede sovracalcaneare

Pz.te di 70 anni portatrice di ulcera secondaria a capillarite necrotizzante in sede sovracalcaneare con esposizione del tendine d’Achille (A). Sottoposta a trattamento con metodo integrato presenta, dopo 35 giorni di terapia, riduzione dell’area ulcerativa con parziale copertura del tendine (B). Dopo 84 giorni di trattamento (C1,C2); completa guarigione al 154° giorno (D).